La riforma protestante ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione delle opere a stampa. Uno dei principi fu infatti la lettura diretta delle Sacre scritture da parte di tutti i cristiani. A questo scopo Lutero, Calvino e Melantone promossero l'alfabetizzazione del popolo con la creazione di scuole aperte a tutti.
La cultura tipografica presenta caratteristiche ben precise. Prima della stampa, i libri erano copiati a mano. Il testo era soggetto a modifiche e interpolazioni dovute alla mano del copista e tra i manoscritti potevano esserci notevoli differenze. Inoltre erano presenti numerose abbreviazioni, era assente la punteggiatura, ciò rendeva la lettura faticosa.
La pagina stampata invece era chiara e ben leggibile, grazie a caratteri regolari, alla punteggiatura e ai margini. Il testo era riportato nella versione definitiva, approvata dall'autore e poi poteva essere riprodotto in un numero illimitato di copie.
Copiare gli scritti di altri autori diventò un reato, il cosiddetto "diritto d'autore" emanato in Inghilterra nel 1709, era volto a proteggere i prodotti dell'ingegno, ma anche a tutelare gli stampatori danneggiati dalle edizioni pirata.
Le opere a stampa contribuirono a creare una lingua standard. Le lingue più favorite furono quelle nazionali degli Stati economicamente e politicamente più potenti.
Infine, la stampa contribuì alla diffusione del sapere e delle informazioni anche con la nascita, nel XVII secolo, dei primi giornali periodici.
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