I TERMINI DEL PROBLEMA
Ma, che cos'è propriamente la società? A quali condizioni un fenomeno può dirsi "sociale"? E quali sono gli ambiti specifici del discorso sociologico?
LE DUE "FACCE" DELLA SOCIETÀ
Il termine società è utilizzato in contesti molteplici e differenti. Si parla di società "sportive", società "per azioni"; definiamo "di società" determinati giochi e passatempi ed "escluso dalla società" chi per vari motivi non gode della compagnia di altre persone.
Tutto si può ricondurre a due accezioni principali:
- dall'altro "società" indica qualcosa di più specifico, la particolare organizzazione che caratterizza una collettività in un dato punto dello spazio e/o del tempo.
Si può affermare che a queste due accezioni corrispondono due modi di intendere la "socialità" dell'essere umano, che è data dal senso e dal valore che la società ha per l'uomo:
- la società come destinazione propria dell'esistenza umana- la società come appartenenza a un contesto sociale determinato
LA SOCIETA COME DESTINAZIONE: ARISTOTELE E HOBBES
La socialità si identifica con la spinta associativa che induce l'uomo a unirsi con i suoi simili.
LA SOCIETA SECONDO ARISTOTELE
Aristotele definisce l'uomo "animale sociale", ossia incapace di realizzare il bene e di conseguire la felicità al di fuori della comunità e dell'unione con altri individui. Per lui la società si forma grazie al progressivo ampliamento dell'istinto associativo, che spinge uomo e donna a mettersi assieme per formare una famiglia, per poi in più famiglie costruire un villaggio e infine più villaggi per costruire una polis.
LA SOCIETA SECONDO HOBBES
Lui considera l'uomo un essere fondamentale "asociale", che cerca l'associazione con altri individui solo perchè spinto da motivazioni utilitaristiche, per trarre vantaggi e benefici personali.
Per lui la nascita della società è necessaria perchè si identifica con il superamento del cosiddetto "stato di natura", ossia una situazione di rischio e di certezza che caratterizza la condizione umana quando l'individuo è abbandonato ai suoi istinti primitivi.
Hobbes sostiene che nello stato di natura non ci siano criteri certi di condotta, valori, norme. Ci sarebbe una lotta per la sopravvivenza, ed è così necessario l'approdo ad una nuova condizione, in cui la sottomissione cosciente di tutti alle norme garantisce a ciascuno la possibilità di condurre un'esistenza tranquilla e sicura.
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