Circa 10000 anni fa nel Viciono Oriente, l'uomo divenne da cacciatore e raccoglitore a agricoltore e allevatore. Il termine agricoltura consiste nella domesticazione di alcune specie vegetali che tutt'ora costituiscono la base alimentare della popolazione mondiale.
LE CAUSE DEL PASSAGGIO ALL'AGRICOLTURA:
1 cambiamento climatico: circa 13000 anni fa dopo l'ultima glaciazione
2 aumento della popolazione
3 progresso tecnologico
LE CONSEGUENZE:
1 nascita di insediamenti fissi
2 rapido aumento della popolazione
3 divisione del lavoro e stratificazione sociale
GLI SVILUPPI:
1 la sua progressiva estensione a tutto il mondo
2 la relativa stabilità: preparazione del campo con l'aratro e nell'irrigazione dei campi seminati
3 la sostituzione del bue con il cavallo
4 l'introduzione dei mulini ad acqua e a vento
5 la specializzazione delle attività: da policoltura a attività specializzate
LA ROTAZIONE DELLE COLTURE
Uno dei principali problemi che i coltivatori sedentari dovettero affrontare fu quello di mantenere fertile il suolo, nonostante lo sfruttamento intensivo al quale esso era sottoposto. La soluzione adottata più frequentemente fu quella della rotazione delle colture, che consisteva nell’interrompere periodicamente la lavorazione di un campo, per farlo “riposare” e ripristinarne la fertilità.
1 La rotazione biennale Nell’antichità e nell’alto Medioevo (dal V al X secolo), nell’area mediterranea si ricorreva alla rotazione biennale: il campo veniva diviso in due metà, di cui una coltivata a cereali e l’altra tenuta a maggese, ovvero lasciata riposare e dissodata tradizionalmente nel mese di maggio (da cui il nome “maggese”); l’anno seguente l’area coltivata riposava, mentre quella precedentemente tenuta a maggese veniva seminata. Se il contadino possedeva dei bovini, nella parte del campo tenuta a riposo era conveniente seminare piante come l’erba medica, il trifoglio e la lupinella, che, oltre a nutrire il bestiame, contribuivano al recupero delle sostanze del suolo.
2 La rotazione triennale A partire dal X secolo, nell’Europa nord-occidentale gli agricoltori adottarono invece la rotazione triennale: essi, cioè, divisero il campo in 3 parti: una coltivata a cereali, l’altra a legumi (piante riparatrici del suolo perché ricche di azoto) e l’ultima seminata a erba per il bestiame. Alternando nel corso di un triennio le coltivazioni, ogni anno c’erano una parte a riposo e due che davano raccolti per gli uomini (cereali e legumi): in tal modo si produceva una minore quantità di cereali, bilanciata però dalla produzione dei legumi (come fave, ceci, piselli), altrettanto importanti per la dieta umana in quanto ricchi di proteine.
L'AGRICOLTURA OGGI:
È un'attività economica di fondamentale importanza.
LE CAUSE DEL PASSAGGIO ALL'AGRICOLTURA:
1 cambiamento climatico: circa 13000 anni fa dopo l'ultima glaciazione
2 aumento della popolazione
3 progresso tecnologico
LE CONSEGUENZE:
1 nascita di insediamenti fissi
2 rapido aumento della popolazione
3 divisione del lavoro e stratificazione sociale
GLI SVILUPPI:
1 la sua progressiva estensione a tutto il mondo
2 la relativa stabilità: preparazione del campo con l'aratro e nell'irrigazione dei campi seminati
3 la sostituzione del bue con il cavallo
4 l'introduzione dei mulini ad acqua e a vento
5 la specializzazione delle attività: da policoltura a attività specializzate
LA ROTAZIONE DELLE COLTURE
Uno dei principali problemi che i coltivatori sedentari dovettero affrontare fu quello di mantenere fertile il suolo, nonostante lo sfruttamento intensivo al quale esso era sottoposto. La soluzione adottata più frequentemente fu quella della rotazione delle colture, che consisteva nell’interrompere periodicamente la lavorazione di un campo, per farlo “riposare” e ripristinarne la fertilità.
1 La rotazione biennale Nell’antichità e nell’alto Medioevo (dal V al X secolo), nell’area mediterranea si ricorreva alla rotazione biennale: il campo veniva diviso in due metà, di cui una coltivata a cereali e l’altra tenuta a maggese, ovvero lasciata riposare e dissodata tradizionalmente nel mese di maggio (da cui il nome “maggese”); l’anno seguente l’area coltivata riposava, mentre quella precedentemente tenuta a maggese veniva seminata. Se il contadino possedeva dei bovini, nella parte del campo tenuta a riposo era conveniente seminare piante come l’erba medica, il trifoglio e la lupinella, che, oltre a nutrire il bestiame, contribuivano al recupero delle sostanze del suolo.
2 La rotazione triennale A partire dal X secolo, nell’Europa nord-occidentale gli agricoltori adottarono invece la rotazione triennale: essi, cioè, divisero il campo in 3 parti: una coltivata a cereali, l’altra a legumi (piante riparatrici del suolo perché ricche di azoto) e l’ultima seminata a erba per il bestiame. Alternando nel corso di un triennio le coltivazioni, ogni anno c’erano una parte a riposo e due che davano raccolti per gli uomini (cereali e legumi): in tal modo si produceva una minore quantità di cereali, bilanciata però dalla produzione dei legumi (come fave, ceci, piselli), altrettanto importanti per la dieta umana in quanto ricchi di proteine.
L'AGRICOLTURA OGGI:
È un'attività economica di fondamentale importanza.
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